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Oggi vogliamo raccontarvi del perché molto spesso scegliamo di fotografare un matrimonio in bianco e nero.

Parliamo dell’assenza del colore, della tecnica più raffinata per eccellenza che allo stesso tempo corre il rischio di diventare troppo fredda se non coordinata con altri aspetti.

Dove cade la vostra attenzione quando osservate uno scatto in bianco e nero?
Pensateci un momento.
Sulla luce.
Sul non detto.
Sull’evocazione che parte dalla realtà.

Ci serviamo spesso del bianco e nero per raccontare un momento. È come se volessimo privarvi di un senso, per farvi cogliere più intensa un’emozione. Come un bambino che corre bendato per sentire più forte il vento sulle guance.

Il bianco e nero per noi è una scelta artistica ma anche un’esigenza.

Esistono attimi che impongono di essere impressi con sfumature di grigio, clienti che per il modo di essere e di porsi “vengono meglio” se ritratti in modalità di reportage dal taglio onirico.

Attimi ricchi di pathos, in cui non intendiamo fotografare solo una persona ma trattenere la sua anima.

Un bacio, un sorriso, un abbraccio, la corsa verso una nuova vita, il ventre di una donna in attesa che non è più semplicemente una pancia ma diventa un mondo.

Perché la fotografia in bianco e nero, al di là delle componenti tecniche che ne suggeriscono l’uso, come la definizione dei contorni e l’accentuazione di tridimensionalità e contrasti, ha il vantaggio di creare un’immagine fuori dal tempo.

Liberarsi del concetto temporale fa sì che la bellezza di uno scatto sia destinata a durare per sempre.

Fateci caso quando vi trovate di fronte ad una fotografia in bianco e nero, che magari appartiene alla vostra infanzia o a quella dei vostri genitori: si tende a girarla sul retro per vedere quando è stata scattata, ma rappresenta comunque un istante eterno, come in effetti è. Perché l’assenza di colore ci libera dalla realtà, dalla contemporaneità, dalla didascalia di un istante.

Spesso decidiamo di assentare colore anche perché ci accorgiamo delle potenzialità di una foto che sarebbe da cestinare. È il caso di immagini cariche di sfumature contrastanti, che distraggono l’attenzione dai protagonisti, o di quelle in cui un primo piano rivela tracce di stanchezza su un volto comunque intenso e bellissimo. Piuttosto che falsificare le sembianze con l’uso eccessivo di photoshop, in questi casi preferiamo giocare sui chiaroscuri e rendere un viso profondo, e comunque vero.

Fotografare un matrimonio in bianco e nero per accentuare più l’aspetto documentaristico da quello intensamente artistico.
E voi cosa ne pensate?

Vi piacerebbe un matrimonio reportage?

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